La Teoria Musicale nelle civiltà antiche

È soprattutto nella musica dei Greci che sono derivate le basi della teoria musicale studiata e applicata nel nostro Medioevo.

In quella civiltà infatti venivano utilizzate varie successioni di tetracordi, cioè di quattro suoni separati da intervalli di tono e di semitono “Agganciando” due tetracordi successivi si dava luogo a tre tipi di fondamentali di scala, la dorica, la frigia e la lidia che, pur con varie modifiche, sarebbero state riprese dai nostri teorici del Medioevo.

Buona Musica!

Generi di strumenti nelle civiltà antiche

Sono soprattutto gli Arabi ad aver trasmesso alla nostra civiltà gli strumenti più significativi; ad esempio lo ‘ud (=legno), che ha dato origine al nostro liuto, la ribeca (strumento usato dai Trovatori) e la chitarra.

Un tipo di quest’ultima avrebbe appunto preso ilnome di “guitarra morisca” proprio perché importata dai “Mori”, cioè dall’Islam.

Anche altre civiltà avrebbero contribuito a fornire esempi di strumenti che, pur con qualche trasformazione, sarebbero stati usati nella nostra civiltà:

La civiltà egizia ad esempio già utilizzava vari tipi di arpa e di trombe (ricordiamo al proposito il caso di Giuseppe Veri, che per la sua opera lirica Aida, ambientata nell’Egitto antico, fece appositamente costruire particolare trombre simili a quella antiche egizie);

Anche il nostro organo poi era già diffuso presso quella civiltà; infatti sarebbe stato “inventato” da un certo Ctesibio, vissuto ad Alessandria d’Egitto nel III sec. a. C.;

Forse la più famosa delle invenzioni di Ctesibio è quella dell’organo, che fu anche il primo strumento musicale a tastiera della storia e anche il primo progettato scientificamente.

Nello strumento, che è descritto sia da Vitruvio che da Erone, l’acqua comprime l’aria contenuta in un serbatoio, che è spinta all’interno del somiere. Il serbatoio è continuamente rifornito di aria per mezzo di una o più pompe del tipo già descritto. La funzione dell’acqua è quella di mantenere approssimativamente costante la pressione nel serbatoio durante il funzionamento.

In una variante descritta da Erone la pompa è azionata dalla forza del vento, grazie a un meccanismo simile a quello usato nei mulini a vento.

Ctesibio diede al suo strumento il nome hydraulis (ὕδραυλις), composto con le radici di ὕδωρ (acqua) e αὐλός (flauto), dal quale è derivato l’aggettivo idraulico, usato inizialmente solo per l’organo ed esteso poi ad oggetti senza relazione con la musica.

L’organo fu in seguito migliorato sostituendo il sebatoio ad acqua con un mantice. In epoca imperiale e bizantina entrò in Europa quando l’imperatore bizantino Costantino V regalò uno strumento di questo tipo al re dei Franchi Pipino il Breve.

La civiltà greca usò strumenti a pizzico come la lira, la khitara e la forminx e strumenti a fiato come l’aulos, una specie di flauto diritto, talvolta anche doppio (diaulos);

La civiltà ebraica dal canto suo usò strumenti a pizzico come il kinnor ed il nebel, abbastanza simili alla nostra cetra;

Quella romana strumenti a fiato come di bronzo e di impiego militare come il cornus, la tuba e il lituus o altri come la tibia, affine all’aulos greco.

Buona Musica!

Generi e forme della Musica nelle civiltà antiche

Fin dai tempi più antichi gli Ebrei hanno utilizzato due tipi di canto: il primo, riservato ai Salmi dell’Antico Testamento e detto per questo salmodia: veniva intonato su poche note arrichite da vocalizzi. Il secondo, detto cantillazione, era invece una semplice recitazione intonata, senza vocalizzi, degli altri libri dell’Antico Testamento; entrambi questi modi di cantare hanno influenzato non poco la formazione e lo sviluppo di quelle che ai primordi della nostra civiltà musicale è stato il “canto gregoriano”.


Dalla Grecia ci sono invece giunti i primi esempi di testi poetici appositamente composti per essere cantati con l’accompagnamento di uno o più strumenti, come nella nostra civiltà avrebbero fatto i Trovatori ed i Trovieri.


Allo stesso modo, le tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide, ove agivano alcuni attori insieme ad un coro guidato da un corifeo, hanno dato in pratica vita al nostro melodramma: nel Cinquecento infatti questo genere sarebbe nato grazie anche all’intervento di alcuni dotti desiderosi di portare a nuova a vita proprio le antiche tragedie greche.

Buona Musica!

L’uso della Musica nelle civiltà antiche

Il principale impiego della musica è sempre stato in ambito religioso: una delle prime testimonianze musicali giunte a noi, appartenente alla civiltà babilonese e risalente al 2022 a.C., è appunto un pezzo sacro, una Liturgia e Preghiera al Dio della Luna, cioè è un’invocazione a questo dio per ottenere la sua protezione sulle greggi e sui raccolti.

La musica inoltre era presente, come lo sarebbe stato anche da noi, negli aspetti della vita sociale laica, come feste, banchetti e spettacoli: in Mesopotamia ad esempio sappiamo che i musici erano tenuti in gran conto: i generali assiri vittoriosi, quando decretavano l’uccisione degli abitanti di una città sconfitta, risparmiavano costoro e li inviavano come bottino di guerra, a Ninive, la capitale del regno, perché qui svolgessero la loro attività.

Anche in Egitto la musica aveva largo spazio in tutti i riti, pure in quelli funebri, ove serviva a simboleggiare la sopravvivenza dell’uomo al di là della morte con la rievocazione del mito di Osiride, il dio che nasce, che muore e che risorge in un perpetuo ciclo vitale.
Ed è significativo che lamenti funebri venissero intonati pure nel corso della mietitura: anche il grano, infatti, veniva identificato con Osiride ed il continuo rinascere della pianta era un simbolo del continuo rigenerarsi della vita, celebrato con l’intervento della musica.

Pure di genere sacro sono alcune delle prime testimonianze musicali della civiltà greca: si tratta di due Inni di Delfi (un centro dedicato al culto del dio Febo, cioè di Apollo) incisi su lastre di marmo e risalenti al II secolo a.C.

Della civiltà greca ci sono giunte varie composizioni liriche, su testi di genere amoroso, politico e civile, ad opera di Saffo, di Alceo ed altri, che venivano cantate in svariate occasioni. Nell’Odissera di Omero incontriamo inoltre la tipica del cantore che intrattiene gli ospiti durante un banchetto. Nelle tragedie greche la musica era molto importante: ce lo prova tra l’altro un frammento dell’Oreste di Euripide, che ci è giunto con il corredo di alcune note musicali.

Presso i Romani era poi significativa la cerimonia religiosa del Tubilustrium, durante la quale venivano “purificati” con riti e preghiere i vari strumenti musicali come la tuba e il cornus.
A Roma la musica aveva largo spazio a teatro: essa veniva suonata negli intervalli delle commedie oppure accompagnava scene di danza; ed anche le rappresentazioni di mimi erano supportate dalle esecuzioni di una nutrita orchestra.

I libri dell’Antico Testamento testimoniano l’uso della musica in ambito sacro presso gli antichi Ebrei: fra l’altro al re Davide, che fu abile cantore e musico, è attribuita la composizione di buona parte dei Salmi, preghiere che venivano cantate con accompagnamento strumentale e che sarebbero in seguito entrate a far parte anche del rito cristiano.

Anche nella nostra civiltà musicale le prime e più importanti testimonianze del genere saranno appunto riferite al mondo sacro, ne abbiamo un chiaro riferimento con il canto gregoriano.

Nel corso del basso Medioevo, infine si afferma nella civiltà occidentale la figura del musicista-poeta, come i Trovatori, Trovieri e Minnesänger, dediti alla composizione di brani di contenuto amoroso, politico e civile.

Buona Musica!

La musica nelle civiltà antiche

La musica ha origine antichissime e ne troviamo traccia nelle più remote civiltà e religioni.

Lo possiamo accertare leggendo i racconti mitologici, i testi poetici, i documenti storici di quelle culture, o anche esaminando i bassorilievi, le pitture, gli affreschi, le statue che hanno riferimenti al mondo delle musica; grazie a queste raffigurazioni possiamo capire, ad esempio, come erano fatti e suonati alcuni strumenti, in quali circostanze (feste, parate militari, riti sacri) si esibivano cantori, danzatori, suonatori.

È da queste antiche civiltà, in particolare da quelle fiorite attorno al bacino del Mediterraneo o nelle più immediate vicinanze, che è nata la nostra; per cui anche la musica di cui noi ci serviamo trova le sue radici più profonde proprio in questi popoli vissuti tanti secoli fa.

Queste civiltà sono:

La mesopotamica ( sviluppatasi nella regione medio-orientale compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, dove vissero i Sumeri, I Babilonesi, gli Assiri, i Caldei, etc. ), l ‘egiziana, l’ebraica, la greca, la romana, l’araba.

Tutte queste civiltà hanno lasciato, in maggiore o minore misura, testimonianze che hanno influenzato la nostra: nell’uso della musica, nei generi e nella forme impiegate, nel tipo di strumenti, nella teoria.

Buona Musica!